Una nuova fotocamera

Attualmente ho tutta una serie di dispositivi e accessori per appagare la mia passione per la fotografia, i viaggi e la “fame” di tecnologia. Ma ovviamente la mia attrezzatura fotografica è cambiata nel tempo e in questo articolo vorrei descriverne l’evoluzione.

Il battesimo della fotografia

La mia prima macchina fotografica era una Praktica MTL5. Avevo 12 anni quando me l’hanno regalata.

Questa macchina reflex era completamente meccanica e manuale (era molto difficile ed incredibilmente costoso trovarne una automatica o semi-automatica in quegli anni), ma per quel tipo di fotocamera era quasi il top. Non avevo alcun tipo di accessorio, ma non ne sentivo nemmeno il bisogno.

Ero talmente felice di possedere una macchina fotografica che riprendevo tutto quello che mi capitava, nonostante bisognasse fare i conti con i costi di rullini, sviluppo e stampa. Dopo il primo anno di scatti ho dovuto diminuire molto la quantità, pena il taglio dei viveri…

La prima fotocamera professionale

Dopo parecchi anni la MTL5 ha ceduto e non era nemmeno più possibile ripararla con costi accettabili, quindi ho provveduto ad acquistarne una nuova. La scelta è caduta su una Minolta 7Xi, una macchina altamente tecnologica e con una buona dotazione di accessori: 2 zoom (1 con focali grandangolari e 1 per quelle telescopiche), flash, filtri e cavalletto.

Questa bella fotocamera mi ha quasi fatto passare la passione per la fotografia.

Dico sul serio. Considerate che dovevo sempre portarmi dietro un borsone con tutte le cose che vi ho elencato prima e con un peso non indifferente. Inoltre dovevo tenere sempre conto delle spese per i “consumabili”. Alla fine ho cominciato a stancarmi e la fotocamera è rimasta a prendere polvere per quasi tutto il tempo.

La rinascita della passione grazie al digitale

Grazie al mio interesse per l’informatica e le innovazioni tecnologiche ho cominciato a guardare con occhio attento l’avvento della fotografia digitale, sin da quando 1 megapixel era considerata una risoluzione altissima. Quando la qualità e i prezzi sono arrivati a livelli interessanti ho deciso di provare ad acquistare la mia prima fotocamera digitale: una Minolta DiMAGE S414.

Si tratta di una compatta e con una risoluzione che oggi è improponibile (ben 4 megapixel!), ma in quegli anni era davvero molto buona.

La libertà data dalla compattezza di questa fotocamera, unita al fatto di non essere più schiavo delle pellicole mi ha fatto lentamente tornare la passione per le foto.

Un nuovo passo

Le prime digitali purtroppo non avevano dalla loro l’affidabilità e questa Minolta è durata davvero poco. Per fortuna la tecnologia in quegli anni ha fatto veri e proprio passi da gigante e sono quindi passato alla Kodak Easyshare Z612. Solo 6 megapixel, ma con uno zoom ottico di ben 12x e una delle migliori (per quegli anni) tecnologie di stabilizzazione di immagine.

Questa macchinetta era talmente buona che è ancora in funzione! Attualmente è utilizzata dai miei genitori che ne sono entusiasti.

Le bridge

Pur essendo stata un ottima compagna, la Kodak era pur sempre una compatta e mi stava un po’ “stretta”. Dopo averla utilizzata per un po’ di anni ho scelto di passare ad una categoria superiore.

Non avevo intenzione di buttarmi di nuovo su una reflex, ma le compatte erano decisamente troppo limitate. Per fortuna l’avvento della fotografia digitale ha portato alla creazione di un nuovo tipo di macchina fotografica: la bridge.

Queste macchinette hanno funzionalità paragonabili alle reflex (con qualità inferiore, cosa di cui tenere conto), ma con peso e costo ben più contenuti. Possiedono generalmente zoom molto potenti, ma non è possibile sostituire gli obbiettivi. Erano la scelta ideale per le mie necessità.

La mia prima bridge è stata una Panasonic DMC-FZ38. Gran bella macchina con uno zoom 18x e 12 megapixel di risoluzione. La qualità di questa macchina è eccellente e mi ci sono trovato sempre più che bene. Nonostante io attualmente ne utilizzi una diversa, questa è spesso con noi quando viaggiamo e di solito la utilizza mia moglie.

La seconda bridge è arrivata perché volevo farmi un regalo e si tratta dell’evoluzione di quella sopra: la Panasonic DMC-FZ72. Risoluzione di 16 megapixel, ma soprattutto uno zoom ottico da ben 60x! Ovviamente con stabilizzatore di immagine.

Purtroppo, come tutte le bridge, ha un sensore piuttosto piccolo e quindi ha un po’ di problemi in situazioni di scarsa illuminazione. Proprio per questa limitazione ho deciso di cambiarla.

Le mirrorless

Dopo anni di utilizzo delle bridge ho finalmente fatto il salto di qualità e sono passato a una mirrorless APS-C: la Fujifilm X-T3.

A questa fotocamera ho deciso di accoppiare una serie di obiettivi:

Gli zoom non sono molto luminosi e pesano un po’, soprattutto il 100-400mm e il 150-600mm. La scarsa luminosità è comunque ampiamente compensata dalla maggiore sensibilità del sensore della fotocamera.

In ogni caso, con il 18-135mm ho un tele estremamente versatile, che mi consente di catturare un’ampia gamma di situazioni senza dover sostituire l’obiettivo troppo spesso.

Da qualche tempo sono passato alla Fujifilm X-T5 che è decisamente più avanzata. Le ottiche già in mio possesso sono totalmente compatibili con questa nuova fotocamera, quindi il costo c’è stato esclusivamente per il corpo macchina.

La rugged

Regalatami da un amico che non la utilizzava più, la Panasonic DMC-FT5 si è rivelata molto utile negli ultimi viaggi, essendo impermeabile fino a 7 metri. Le rugged sono fotocamere compatte fatte apposta per essere super resistenti e quindi in grado di reggere alle condizioni più avverse senza eccessivi problemi.

Ha anche Wi-Fi e gps e si può controllare dallo smartphone. Un bel regalo davvero!

La GoPro

L’ultima arrivata è questa micro camera super compatta. È più una telecamera che una fotocamera, anche se non ha problemi a fare foto. Quella che ho preso io è la Hero 7 Black ed è semplicemente fantastica!

Sto ancora imparando ad utilizzarla, ma da quando l’ho presa la porto con me in ogni vacanza. Con il tempo spero di arrivare ad utilizzarla al meglio.

Accessori

In ultimo gli accessori che possiedo. Sono davvero pochissimi e per la maggior parte sono per la GoPro. Ho un piccolo cavalletto per la macchina fotografica e uno per la GoPro. Una serie di batterie di riserva (fondamentali, ve lo assicuro!) e tante schede di memoria. Per la GoPro ho anche una valigetta piccolina, ma solo per proteggerla mentre viaggio e resta nello zaino. Quando la devo utilizzare ho con me solo la camera ed eventualmente uno o due accessori.

Sempre per la GoPro ho preso un caricabatterie multiplo, per tenere sotto carica le due batterie che non sto utilizzando, un piccolo telecomando e visto che è un dispositivo che scalda tantissimo e che a volte si blocca proprio per la temperatura eccessiva, ho deciso di comprare un frame in alluminio che oltre a proteggere la GoPro funziona anche come dissipatore di calore. Il modello che ho acquistato è piuttosto leggero, perché ha diverse aperture. Ce ne sono di più efficienti, che ricoprono quasi completamente la macchinetta, ma hanno un peso decisamente superiore e possono diventare più un fastidio che altro. In ogni caso, se ne volete prendere uno, accertatevi che abbia una chiusura posteriore, altrimenti la GoPro potrebbe sfilarsi dal frame e cadere, soprattutto se la state utilizzando per fare riprese durante una vostra attività sportiva!

Un ultimo compagno per le mie foto

Oltre a tutta la mia attrezzatura fotografica che vi ho appena elencato, bisogna considerare anche lo smartphone. Non è nuovissimo (ho un iPhone 6s), ma è in grado di fare riprese molto belle e anche realizzare molto facilmente delle panoramiche. Uno dei vantaggi principali è che ha dimensioni molto ridotte e lo porto sempre con me, per cui lo posso utilizzare praticamente in ogni occasione.

L’unico accessorio (dedicato alle foto) per il telefono è un piccolo telecomando incluso in un classico bastone da selfie. Il bastone in sé non l’ho mai utilizzato, pur funzionando anche come treppiede, ma il telecomando a volte è stato davvero utile ed essendo estremamente piccolo lo porto sempre con me quando vado in giro.


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